La Quaresima è il tempo che precede e dispone alla celebrazione della Pasqua. Tempo d’ascolto della Parola di Dio e di conversione, di preparazione e di memoria del Battesimo, di riconciliazione con Dio e con i fratelli, di ricorso più frequente alle “armi della penitenza cristiana”: la preghiera. Il digiuno e l’elemosina (cfr. Mt 6).
A somiglianza dell’antico popolo di Israele che camminò per 40 anni nel deserto per essere pronto ad entrare nella terra promessa, la Chiesa, il nuovo popolo di Dio, si prepara per 40 giorni per celebrare la Pasqua del Signore. Pur essendo un tempo penitenziale, non è tempo triste e opprimente. Si tratta di un tempo speciale di purificazione e di rinnovamento della vita cristiana, per poter condividere in maggiore pienezza e gioia il mistero pasquale del Signore.
Per noi la Quaresima deve esser un tempo favorevole e privilegiato per intensificare il cammino della nostra conversione. Questa strada suppone una seria cooperazione con la grazia, per far morire l’uomo vecchio che agisce in noi. Si tratta di rompere con il peccato che abita nel nostro cuore, di allontanarci da tutto quello che ci porta lontano dal progetto di Dio, e, quindi dalla nostra felicità e realizzazione personale.
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MERCOLEDI’ DELLE CENERI
È il giorno iniziale della Quaresima per il rito romano (molti non sanno che nel rito ambrosiano, diocesi di Milano, la quaresima inizia con la 1° domenica, fino a sabato sera è … carnevale!). Per noi è giorno di digiuno e astinenza dalle carni come il venerdì santo, mentre nei venerdì di quaresima siamo invitati all’astinenza.
Ricorderete certamente le due formule che il sacerdote usa mentre impone le ceneri sulla testa: “Convertitevi, e credete al Vangelo” e l’altra “Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”.
La prima formula richiama alla conversione, che significa cambiare direzione nel cammino della vita; la seconda rimanda agli inizi della storia umana, quando il Signore disse ad Adamo dopo il peccato delle origini: ”Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritorni alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tu ritornerai!
La parola di Dio evoca la fragilità, anzi la morte, che ne è la forma estrema. Ma se l’uomo è polvere, è una polvere preziosa agli occhi del Signore perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità.
(Tratto da Agenda liturgico pastorale 2021)